November 22, 2022
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Dopo una pausa insolitamente lunga, Branduardi pianificò un nuovo album nel 1985 ma quando, durante la stesura di BRANDUARDI CANTA YEATS, il cantautore lombardo si rivolse ai figli del premio Nobel irlandese per ottenere il permesso necessario alla realizzazione del disco, lo fece con un certo scet­ticismo: Ann e Michael Yeats, infatti, avevano da poco negato al celebre cantautore Van Morrison, loro conterraneo, il consenso a pubblicare un album che anch’esso si fondava sulla rielaborazio­ne in musica di alcune poesie scritte da William Butler Yeats. Man mano che Branduardi inviava loro del materiale, invece, gli eredi dell’ex senatore dello Stato Libero d'Irlanda si dimostrarono en­tusiasti del suo lavoro e così l’album vide la luce nel 1986. 

Le tra­duzioni e gli adattamenti in italiano, molti rispettosi degli origi­nali. furono realizzati da Luisa Zappa Branduardi, mentre le mu­siche furono tutte composte da Branduardi stesso, ad eccezione di quella del brano La canzone di Aengus il vagabondo, che fu ripresa da Donovan. 

Rispetto ai lavori precedenti di Branduardi. il disco si presenta asciutto ed essenziale, con gli arrangiamenti realizzati da Maurizio Fabrizio ridotti al minimo. Il personale in sala di regi­strazione era limitato infatti allo stesso Branduardi alla voce, alla chitarra, al flauto e ai violini e a Maurizio Fabrizio alle chitarre e ai cori, coadiuvati dal percussionista brasiliano José De Ribamar, detto Papete. 

Quasi tutti i brani del disco, dunque, hanno il loro punto di forza proprio nell’essere concepiti e presentati in versioni quasi unplugged: fa eccezione la bellissima e struggente Innisfree, l'isola sul lago, che si appoggia su un’orchestra d’archi dall’an­damento mahleriano. L’album, che fu dedicato da Branduardi a suo padre scomparso da poco, ebbe all’inizio un’accoglienza di pubblico piuttosto tiepida, probabilmente perché i sostenitori del cantautore rimasero disorientati da una scelta stilistica così sin­golare. Tuttavia, con l’andar del tempo, il disco è diventato uno dei più apprezzati nella discografìa di Angelo Branduardi.

I cigni di Coole / Il cappello a sonagli / La canzone di Aengus il vagabondo / Il mantello, la barca e le scarpe / A una bambina che danza nel vento / Il violinista di Dooney / Quando tu sarai… / Un aviatore irlandese prevede la sua morte / Nel giardino dei salici / Innisfree, l’isola sul lago

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